In questi anni di
lavoro gli attivisti di Bravo! hanno compreso quanto è importante iscrivere i
bambini al Registro Civile e come questo significa renderli “visibili” e dare loro
i diritti riconosciuti dalla “Convenzione internazionale sui diritti
dell’infanzia” del 1989, di cui oggi celebriamo l’anniversario. L’atto di
nascita protegge la loro vita da possibili maltrattamenti e abusi.
Dalle parole degli
attivisti emerge quanto lontana sia nel Mozambico l’attuazione dell’art. 7
della Convenzione: “Il fanciullo è registrato immediatamente al momento della
sua nascita e da allora ha diritto a un nome, ad acquisire una cittadinanza”.
Le
difficoltà pratiche che i genitori debbono superare per iscrivere i loro figli
allo Stato Civile sono molte, spesso devono percorrere centinaia di chilometri
di strada battuta per raggiungere la Conservatória
do Registo civil più vicina.
Il corso ha reso
evidente l’importanza del lavoro di sensibilizzazione nei confronti dei
genitori, fatto nei reparti di maternità degli ospedali di Maputo, Beira e Nampula.
Gli attivisti di
Nampula hanno raccontato del nelle scuole del primo ciclo scolastico a diretto
contato con i bambini. Nelle scuole di Nampula, in cui sono intervenuti gli
attivisti di Bravo!, al termine della campagna tutti i bambini avevano la loro Cedula
pessoal (certificato di
nascita) che permette loro di sostenere l’esame e conseguire il diploma di
istruzione primaria. Questo è particolarmente importante perché nel
mondo 123 milioni di bambini, pari all’11,5% del totale, non frequenta la
scuola primaria e secondaria inferiore e il 75% dei bambini che non frequentano
la scuola si trovano in Africa subsahariana e Asia del Sud.
Ci siamo riconosciuti
nelle parole pronunciate da Papa Francesco a Santa Maria in Trastevere nel 2015
durante la sua visita alla Comunità di Sant'Egidio: “Il trattamento degli anziani, come quello dei bambini, è un indicatore
per vedere la qualità di una società”. Quanto questo sia vero ci è
testimoniato ogni giorno dall'esperienza degli attivisti e dai racconti dei
genitori che vengono a registrare i loro figli, che raccontano di come ai
bambini non vengano riconosciuti diritti importanti come quello alla salute,
all'istruzione e alla cittadinanza.